Ci sono cose che sto imparando, in queste settimane sospese e confuse.
Imparo a restare nel presente: a ripiegare i panni, a percepire il calore del sole sulla pelle, a sentire il gusto delle fragole, a guardare i tulipani appena sbocciati nel nostro piccolo giardino. Imparo a non programmare, a non pensare a domani, al prossimo sabato, ai miei 30 anni a maggio, alle vacanze estive. Imparo ad andare avanti un passo alla volta, che fa un po’ paura perché non c’è prospettiva, ma è anche una libertà riconquistata.
Imparo, allo stesso tempo, a progettare il futuro: perché prima o poi usciremo di nuovo dalle nostre case e allora sarà il momento di rimettere in circolo energie, di ripartire avendo fatto tesoro di queste settimane silenziose e quiete.
Imparo che ci sono cose che mi mancano: farmi portare lontano dal consorte, la serenità del sapere che le cose vanno come sempre, le cene fuori, il cinema la domenica, il silenzio nei musei, i cocktail e il rossetto la sera. E poi, però, imparo che sono cose cui si può rinunciare e che ci sono altre cose, invece, che fanno parte dell’essere umani: gli abbracci, le amicizie e la famiglia, la natura, gli spazi ampi e immensi, camminare, correre tra i fiori di ciliegio e il sole.
Imparo che ho scelto bene, e chissà come ho fatto, quando quindici anni fa ho dato un bacio proprio a te, ragazzini in bicicletta.
Imparo che con me stessa sto bene e che se non mi sono annoiata questa volta non mi annoierò mai più; imparo, però, che senza gli altri quel tempo per me stessa perde il suo ruolo e la sua essenza.
Imparo che diamo sempre per scontato e che forse questa volta non accadrà più, o magari un poco meno.
Imparo. E tu?
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