Malvina vive tra gramigna, gatti e paillettes; Irene pianta cinquantadue quadri e al cinquantatreesimo decide; Livia inizia a collezionare sabbia e ciottoli – che ripone in un secchio dentro l’armadio; Greta si trascina dietro da anni sempre la stessa borsa, senza mai aprirla; Diana si vendica di quella volta in cui le hanno offerto un melone senza dirle cosa sarebbe accaduto dopo.
Ebbene sì, ho scritto un libro. Si intitola "Catalogo di donne sole". Mi emoziona dirlo, mi emoziona scriverlo.
La verità è che quando un sogno diventa vero le emozioni sono talmente tante e complesse che non riesci nemmeno bene a identificarle, un po’ come quando provi troppe essenze in profumeria e poi non sai più quale ti piace e perché. Quindi lascio che a parlare siano le pagine, così come dovrebbe essere.
Se vuoi acquistare il mio libro puoi ordinarlo nella tua libreria di fiducia (scelta che apprezzo) oppure online sul sito dell'editore; se preferisci puoi anche trovarlo su Amazon e Ibs.
Se vuoi saperne qualcosa in più qui sotto rispondo alle tue domande.
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Che cos’è "Catalogo di donne sole"?
È la mia prima raccolta di racconti, 22 come gli Arcani Maggiori dei Tarocchi cui mi sono ispirata – molto liberamente. Sono racconti brevi da leggere anche sul bus, in un fiato solo. Sono racconti un po’ gotici, un po’ ottobrini, che esplorano il tema del femminile oscuro. Ma dentro ci ho messo anche tanta luce nelle piccole cose e nei dettagli.
Ogni racconto è illustrato da Marie Cécile.
Di cosa parlano i racconti?
Le storie di questo catalogo sono tutte storie di donne che cercano di sopravvivere, in modi diversi, alla solitudine. Spoiler: non ci riescono granché bene, tranne una – forse perché non è davvero sola. 22 storie in cui esplorare le nostre ombre, le micce oscure che forse non si incendiano soltanto perché non si sono innescate le scintille giuste, quelle che farebbero saltare tutto.
Sono storie vere?
Alcune sì, in parte. Altre per niente. Altre si ispirano a un gesto, a una battuta di dialogo, a un luogo. Sono storie e le storie confondono realtà e finzione fino a quando è impossibile distinguerle. A scanso di equivoci diciamo che io non ho mai avvelenato né accoppato nessuno, ecco. Ma è impossibile scrivere senza parlare di noi stessi. Nel quotidiano amo portare luce in tutto ciò che faccio. Eppure, come mi ha detto un uomo saggio: ognuno di noi ha le sue ombre.
A chi lo consigli?
A chi non teme i propri fantasmi; anzi, le proprie fantasme. A chi almeno una volta ha pianto impastando una torta. A chi avrebbe tanto voluto vendicarsi di un’ingiustizia. A chi non crede nel bianco e nero, ma in tutte le sfumature che ci stanno in mezzo – sfarinate come quando l’antenna delle tv di una volta non prendeva. A chi ama i piccoli dettagli: il rumore delle foglie secchie che scrocchiano come ossa e la nebbia lattiginosa nella bassa padana. A chi beve il tè nero leggendo storie del terrore. A chi è convinto che in tutte noi ci sia una strega e che quella strega sia potente. A chi non ha paura delle sue ombre, ma anche chi ne ha paura e vorrebbe tornare a vedere la luce.
Per chi esce?
Per Hoppípolla edizioni, un progetto splendido di cultura indipendente per corrispondenza.
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LE PROSSIME PRESENTAZIONI
12 dicembre alle 18.00 da Cortile Vanillu di Giaveno
Intanto, se vuoi sbirciare dietro le quinte puoi approfittarne.
Ti consiglio di recuperare la bellissima live che ho tenuto con le ragazze del Book Breakfast Club, abbiamo parlato del libro, ma anche di scrittura, routine quotidiana e molte altre cose; se ti va puoi anche recuperare "Leggere l'oscurità", la live in cui ho dialogato con Chiara Sinchetto di paure, mostri interiori, perturbante e scrittura.
Ti suggerisco anche di dare un'occhiata all'intervista che è uscita per le newsletter di Domitilla "Guida pennivendola per sopravvivere all'Apocalisse": le domande sono molto interessanti e secondo me possono essere spunto di riflessione su temi narrativi belli densi (evoluzione dei personaggi e autofiction, per dirne due).
Infine, puoi ascoltare la puntata di Holden Calling, il podcast della Scuola Holden: una chiacchierata intima e sincera - oltre che densissima - sul "Catalogo" con Martino Gozzi e Adriano Pugno.
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Qualche numero (che dicono in pochi)
Un contratto tipo per un esordiente, in Italia, prevede un anticipo – a ribasso - sulla prima stampa. Normalmente la prima stampa si attesta sulle 2000 copie, che è molto difficile vendere se si parla di un esordio. L’anticipo è a ribasso perché la casa editrice si prende un rischio. Con la seconda ristampa, che avviene solo se si vendono quelle benedette 2000 copie, chi scrive guadagna dal 5 al 10% sul prezzo di copertina. Se fai qualche calcolo veloce capirai che chi scrive non lo fa per guadagnarci, a meno di rari bestseller e pezzi grossi. Se compri il mio libro, quindi, non lo stai facendo per farmi diventare ricca ma per supportare il mio progetto e il progetto editoriale di Hoppípolla, e magari per darmi la spinta e l’energia per scrivere la prossima raccolta di racconti. Avrei già un’idea pronta.