C’è chi scrive i propositi e chi i desideri, chi dice “tanto poi finisce che a febbraio ce li siamo già dimenticati” e chi ha la parola dell’anno. Io questo 2021 vorrei semplicemente che se ne stesse calmo, che mi permettesse di tornare al cinema e a teatro, di camminare nei musei silenziosi e di condividere l’hummus con gli amici, di festeggiare matrimoni e compleanni, di abbracciare e riabbracciarsi. Ma quel che non è in mano nostra non sta a noi controllarlo, quindi provo a concentrarmi su cose più piccole, più alla mia portata. Tipo, per dirne alcune:
Bere tanta acqua, in modo da non arrivare a fine giornata come una di quelle piante secche sul ciglio di una strada polverosa.
Incominciare a correre. Andare oltre la soglia psicologica dei 10 minuti, che la gente non considera corsa ma riscaldamento.
Cantare di più in compagnia, quando potremo farlo.
Studiare i tarocchi.
Prendere il diploma in coaching breve strategico.
Spagnolo.
Lasciarmi spazio, meditare, accendere una candela profumata e guardare la fiamma che crepita.
Non smettere di sperare, fare luce con forza.
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