C’è la voce che ascoltiamo: quella parlata che ci racconta di viaggi lontani e quella cantata che ci culla da bambini; c’è la voce che usiamo per farci sentire, per urlare al mondo chi siamo, per stabilire qual è il nostro posto nel mondo; c’è la voce del racconto collettivo, attorno a un fuoco; e poi c’è la voce creativa, che ognuno di noi ha dentro.
Durante l’ultimo incontro del Bosco abbiamo lavorato sulla voce. Prima abbiamo ascoltato, in realtà, scoprendo che spesso spegniamo le orecchie invece di accenderle. Poi abbiamo sperimentato cosa accade quando creiamo un suono e lo facciamo vibrare nel corpo, nel petto, nella testa – fino a che non si trasforma in eco e in canto. Abbiamo recitato poesie a memoria, abbiamo cercato di ricordare. Abbiamo condiviso storie in cerchio e le abbiamo scritte insieme.
Alla fine, la voce non era solo parola, ma anche uno spazio in cui qualcosa nasce, si crea e poi scompare – ad ogni nuovo suono.
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