L’odore dei tigli nei viali di Torino, che sa di miele e mi ricorda la fine della scuola; le strade vuote perché la campanella ha suonato e il traffico scorre finalmente veloce; i ragazzi che giocano a calcio nel campetto e lo vedi da come si parlano che non hanno pensieri al di fuori di quel perimetro; le voci arrivano dal parco giochi a mezzanotte e mi viene in mente quando avevo 18 anni. I lamponi, le pesche, i mirtilli.
Il profumo dei gelsomini, tenere il finestrino dell’auto aperto la sera con la radio accesa, la sangria, i cocktail alla frutta e i ghiaccioli alla menta, il tè freddo e gli infusi di melissa lasciati raffreddare in frigo. L’anguria che sbrodola. Il prosciutto e melone. Le melanzane impanate e la parmigiana, la panzanella e il baba ganoush. La peperonata quando i peperoni quasi si sciolgono e la salsa si addensa. I pomodori cuore di bue. I fichi, alla fine.
Le passeggiate in montagna, il fresco quando fuggi dalla città e ricominci a respirare, vedere la valle dopo la salita, togliere gli scarponcini e rimettere le infradito; le ballerine, i sandali, le scarpe con il tacco e le cavigliere che non si usano più; i tatuaggi trasferelli; le gonne lunghe, le gonne corte, i vestiti di cotone, di lino, di seta, quelli da sirena, quelli per correre via, quelli rossi corallo e quelli azzurri come i puffi. Le lentiggini che tornano.
Stare in una piscina quasi vuota, verso sera, quando ormai se ne stanno andando via tutti. L’odore della pelle scaldata dal sole. Le grigliate e l’odore del fumo; l’odore degli zampironi. Il cinema all’aperto. I papaveri, il grano, i fiordalisi; le budleie che diffondono il loro profumo dolce. Aprire tutte le finestre quando cala il sole e lasciare che l’aria rinfreschi la casa. I temporali e gli arcobaleni. Bagnare il giardino. L’odore della biancheria pulita. Asciugare la biancheria al sole. Asciugare i capelli all’aria aperta. Il gelato, specialmente quello al fiordilatte. Le coppe gelato. I coni gelato. Gli avocado e la guacamole. Il tuo compleanno. Le cene a lume di candela. Le lanterne.
I picnic serali. Andare in bicicletta. Andare sui pattini a rotelle, anche se non mi sento mai del tutto sicura. Progettare l’autunno. L’attesa delle vacanze. I tempi che rallentano. Le persone che ti scrivono: “Ne parliamo poi al rientro”. Le stelle. Leggere sul balcone. Le gite lunghe. Le valigie, quando le hai fatte. Le partenze leggere. I decolli e gli atterraggi. Vedere dall’alto. Scoprire nuovi luoghi. I viaggi on the road. Il tempo per noi due senza nient’altro. Il nostro fidanzamento e il nostro matrimonio, che ogni anno è come se fosse oggi e invece sono anni. La sensazione che tutto possa ricominciare e, per una volta, essere diverso.
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